Per una Latina sostenibile, delle pari opportunità, dove non ci siano più disuguaglianze, dove l’accessibilità riguardi tutti.
È stata una settimana importante, densa di fatti significativi che confermano la bontà delle scelte quando vengono fatte secondo coscienza ed in funzione del Bene Comune.
1) La sentenza della Metro che di fatto certifica il bluff politico amministrativo perpetrato a danno della nostra comunità. Siamo andati fino in fondo, evitando qualsiasi forma di transazione, tutelando la comunità
2) La vicenda dei chioschi. La mia denuncia, senza voltare la faccia, con coraggio. Di fatto ci siamo opposti ad un sistema di pericolosa connivenza. Qualcuno addirittura mi accusò di psicosi.
Le cose emerse ora ci danno pienamente ragione.
Legittimo adesso chiedere conto dei rapporti tra politica e criminalità.
3) La condanna dell’ex direttore di Latina Oggi per diffamazione nei miei confronti nell’ambito della vicenda Q3.
Ho sempre avuto grandissimo rispetto per la stampa e per il grandissimo lavoro che fanno i giornalisti per l’informazione e per la ricerca della verità.
Non ho mai fatto querele cosiddette “temerarie”. Ma in questo caso il limite del rispetto era stato ampiamente superato.
Tre vicende in cui ho sempre cercato di agire e di scegliere secondo coscienza.
Il tempo poi trova sempre le sue ragioni.
“Dicono che c’è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare...”
#chioschilatina #metrolatina #
È stata una settimana importante, densa di fatti significativi che confermano la bontà delle scelte quando vengono fatte secondo coscienza ed in funzione del Bene Comune.
1) La sentenza della Metro che di fatto certifica il bluff politico amministrativo perpetrato a danno della nostra comunità. Siamo andati fino in fondo, evitando qualsiasi forma di transazione, tutelando la comunità
2) La vicenda dei chioschi. La mia denuncia, senza voltare la faccia, con coraggio. Di fatto ci siamo opposti ad un sistema di pericolosa connivenza. Qualcuno addirittura mi accusò di psicosi.
Le cose emerse ora ci danno pienamente ragione.
Legittimo adesso chiedere conto dei rapporti tra politica e criminalità.
3) La condanna dell’ex direttore di Latina Oggi per diffamazione nei miei confronti nell’ambito della vicenda Q3.
Ho sempre avuto grandissimo rispetto per la stampa e per il grandissimo lavoro che fanno i giornalisti per l’informazione e per la ricerca della verità.
Non ho mai fatto querele cosiddette “temerarie”. Ma in questo caso il limite del rispetto era stato ampiamente superato.
Tre vicende in cui ho sempre cercato di agire e di scegliere secondo coscienza.
Il tempo poi trova sempre le sue ragioni.
“Dicono che c’è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare...”
#chioschilatina #metrolatina #
Era il maggio 2017.
Nell’imminenza della stagione estiva ci ritrovammo con 8 chioschi sul lungomare e solo tre assegnatari disposti a firmare per aprire.
Rinunce improvvise ad attività sempre piuttosto ambite che ripagano i pur ingenti investimenti.
Era chiaro che sottotraccia c’era qualcosa.
Mentre parte dell’opposizione e certa stampa attaccavano la mia Giunta e l’Ente (qualcuno parlò di psicosi), io presi le carte e andai in Questura a esporre quanto stava accadendo.
L’interesse dei cittadini, il bene comune e la difesa del territorio erano il mio obiettivo primario.
Il Comune di Latina stava ancora subendo i contraccolpi dell’indagine denominata Olimpia che aveva scosso l’intera città (il processo è in corso ma per molti sta per intervenire la prescrizione) e temevo che ancora una volta il tessuto economico e sociale della città fosse minacciato.
Perché gli imprenditori rinunciavano uno dopo l’altro dopo aver investito? La risposta arriva ora. Erano stati intimiditi.
La giustizia farà il suo corso, ma oggi la Direzione Distrettuale Antimafia e la Questura di Latina hanno accertato che diversi soggetti (alcuni dei quali in passato gestori del primo chiosco), misero in atto “reati di turbata libertà degli incanti ed estorsione aggravati dal metodo mafioso”.
Non è una bella notizia. Non è mai auspicabile avere ragione quando si parla di criminalità.
Però oggi in molti dovrebbero chiedere scusa agli uffici comunali, alla mia Giunta e anche a quegli imprenditori messi in difficoltà.
#chioschilungomare #dda #antimafialatina
Era il maggio 2017.
Nell’imminenza della stagione estiva ci ritrovammo con 8 chioschi sul lungomare e solo tre assegnatari disposti a firmare per aprire.
Rinunce improvvise ad attività sempre piuttosto ambite che ripagano i pur ingenti investimenti.
Era chiaro che sottotraccia c’era qualcosa.
Mentre parte dell’opposizione e certa stampa attaccavano la mia Giunta e l’Ente (qualcuno parlò di psicosi), io presi le carte e andai in Questura a esporre quanto stava accadendo.
L’interesse dei cittadini, il bene comune e la difesa del territorio erano il mio obiettivo primario.
Il Comune di Latina stava ancora subendo i contraccolpi dell’indagine denominata Olimpia che aveva scosso l’intera città (il processo è in corso ma per molti sta per intervenire la prescrizione) e temevo che ancora una volta il tessuto economico e sociale della città fosse minacciato.
Perché gli imprenditori rinunciavano uno dopo l’altro dopo aver investito? La risposta arriva ora. Erano stati intimiditi.
La giustizia farà il suo corso, ma oggi la Direzione Distrettuale Antimafia e la Questura di Latina hanno accertato che diversi soggetti (alcuni dei quali in passato gestori del primo chiosco), misero in atto “reati di turbata libertà degli incanti ed estorsione aggravati dal metodo mafioso”.
Non è una bella notizia. Non è mai auspicabile avere ragione quando si parla di criminalità.
Però oggi in molti dovrebbero chiedere scusa agli uffici comunali, alla mia Giunta e anche a quegli imprenditori messi in difficoltà.
#chioschilungomare #dda #antimafialatina
Eh sì. Il progetto Metro era un bluff certificato.
Questo è quanto stabilito dalla sentenza della Corte d’Appello che ha respinto la richiesta di risarcimento di circa 31 mln € da parte della società Metro Latina che aveva l’appalto dei lavori mai eseguiti.
Il Comune non deve niente perché di fatto quel progetto non stava in piedi. Il fantomatico contributo regionale non è mai esistito.
Per anni la nostra comunità è stata costretta a credere ad un bluff, cosa che peraltro era stata già svelata tanti anni fa dal Comitato Metrobugia.
Per anni durante il mio mandato amministrativo siamo stati con la spada di Damocle del rischio di dover pagare un risarcimento di 31 mln €.
Ora quei soldi non sono più dovuti e la motivazione della sentenza certifica di fatto l’enorme responsabilità politica di chi ha sostenuto il bluff della Metro.
Siamo sempre garantisti ma la prescrizione, fatta passare per archiviazione, ha consentito ai vari imputati di evitare il giudizio finale sulle responsabilità oggettive.
Lo smarrimento del decreto ingiuntivo delle Terme di Fogliano, la vicenda ex Icos, il fallimento di Latina Ambiente, l’inadeguatezza della concessione della piscina comunale hanno condizionato pesantemente le scelte politiche ed amministrative nella nostra città durante il mio mandato.
Sono errori che hanno tutte la stessa matrice politica.
Gli elettori della nostra comunità hanno però scelto nuovamente quella matrice e la scelta va rispettata. Attualmente tra i consiglieri di maggioranza ci sono giovani che ovviamente non hanno responsabilità su quanto è accaduto in passato.
Ma nell’organico ci sono figure che hanno fatto parte di quelle esperienze amministrative e che, a mio avviso, hanno la responsabilità politica di quei macigni.
L’auspicio per la nostra comunità è che la pericolosa restaurazione in atto non riporti in auge questi pesanti scheletri che stanno nell’armadio.
Ai consiglieri di opposizione il compito di vigilare e di evitare che tutto questo accada.
#metroleggera #metrobugia
Eh sì. Il progetto Metro era un bluff certificato.
Questo è quanto stabilito dalla sentenza della Corte d’Appello che ha respinto la richiesta di risarcimento di circa 31 mln € da parte della società Metro Latina che aveva l’appalto dei lavori mai eseguiti.
Il Comune non deve niente perché di fatto quel progetto non stava in piedi. Il fantomatico contributo regionale non è mai esistito.
Per anni la nostra comunità è stata costretta a credere ad un bluff, cosa che peraltro era stata già svelata tanti anni fa dal Comitato Metrobugia.
Per anni durante il mio mandato amministrativo siamo stati con la spada di Damocle del rischio di dover pagare un risarcimento di 31 mln €.
Ora quei soldi non sono più dovuti e la motivazione della sentenza certifica di fatto l’enorme responsabilità politica di chi ha sostenuto il bluff della Metro.
Siamo sempre garantisti ma la prescrizione, fatta passare per archiviazione, ha consentito ai vari imputati di evitare il giudizio finale sulle responsabilità oggettive.
Lo smarrimento del decreto ingiuntivo delle Terme di Fogliano, la vicenda ex Icos, il fallimento di Latina Ambiente, l’inadeguatezza della concessione della piscina comunale hanno condizionato pesantemente le scelte politiche ed amministrative nella nostra città durante il mio mandato.
Sono errori che hanno tutte la stessa matrice politica.
Gli elettori della nostra comunità hanno però scelto nuovamente quella matrice e la scelta va rispettata. Attualmente tra i consiglieri di maggioranza ci sono giovani che ovviamente non hanno responsabilità su quanto è accaduto in passato.
Ma nell’organico ci sono figure che hanno fatto parte di quelle esperienze amministrative e che, a mio avviso, hanno la responsabilità politica di quei macigni.
L’auspicio per la nostra comunità è che la pericolosa restaurazione in atto non riporti in auge questi pesanti scheletri che stanno nell’armadio.
Ai consiglieri di opposizione il compito di vigilare e di evitare che tutto questo accada.
#metroleggera #metrobugia